martedì 20 luglio 2010

VIMANA, LE ASTRONAVI DOVE VOLANO GLI DEI

Negli antichi testi hindù vengono chiamati Vimana le navi volanti che gli dei usavano per i loro spostamenti. In alcuni di questi, come nel “Samarangana Sutradhara”, sono spiegati moltissimi dettagli tecnici, come la loro manovrabilità, velocità e i differenti materiali necessari per la loro costruzione. Decollavano verticalmente, raggiungevano velocità incredibili e il loro potere distruttivo era enorme.
Il “vimana” del Dio Siva è descritto nel capitolo 15 del libro di Krisna così: “Era capace di muoversi sopra e sotto l’acqua... il pilota lo poteva guidare anche nel buio”.
Nel libro sacro hindù “Bhagavad Gita” è scritto che “esistono un infinità di universi e pianeti, ed ogni pianeta è abitato da diverse varietà di popoli”.
I loro piloti erano sottoposti ad un duro addestramento, secondo l’antico testo “Vimaanica-Shaastra”, ed il combustibile dei “vimana” era del tutto naturale. Si basava sull’uso di determinati suoni capaci di attivare i punti di energia della terra (i “chakra”), che si trovano ad esempio sulle montagne. Nel libro “Ramayana” (storia del Dio Rama) si parla anche di quattro depositi di mercurio che,
opportunamente riscaldati, grazie ad un motore costruito in ferro ed opportunamente saldato, sviluppano nel “vimana” una potenza di tuono capace di farlo divenire “perla nel cielo”.

I libri sacri tibetani, il “Tantyur” ed il “Kantyur”, parlano di meravigliose “perle volanti”, capaci di trasportare centinaia di persona da un lato all’altro del mondo, o su lontanissime stelle.
Anche nella tradizione cinese si parla di “carri volanti” e dei loro equipaggi, chiamati “Chi-Kung”.


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